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Oggi parleremo di scelta degli alimenti e consigli pratici.
Nella gestione nutrizionale del paziente con malattia renale cronica, assume un ruolo importante la scelta degli alimenti da consumare. Infatti le attenzioni da porre all’introito proteico, di sodio, fosforo e potassio diventano fondamentali a tavola.
Nel corso di una terapia dietetica nutrizionale bisogna preferire il consumo degli alimenti con minor contenuto di potassio, seguendo delle piccole regole si può avere una dieta sana e soddisfacente.
Gli alimenti ricchi di potassio sono da evitare o da limitare in accordo con i consigli del dietista. Tra questi troviamo le salse (Ketchup, soia, arachidi), cioccolato e crema di nocciole; frutta secca (noci, mandorle, pinoli, castagne, uvetta, prugne); dolci; patatine in busta; eccessivo consumo di vino, birra e caffè; spremute di frutta e frullati vanno consumati in alternativa alla frutta fresca; i centrifugati di verdure in alternativa alla verdura fresca.
Tra i frutti a maggiore contenuto di potassio troviamo albicocche, banane, ciliegie, kiwi, melone, pesche.
Tra la verdura a maggiore contenuto di potassio troviamo agretti, finocchi, patate, rucola, sedano, valeriana.
Da attenzionare le preparazioni al pomodoro come sughi, spezzatini o pizzaiola.
Ma il potassio contenuto negli alimenti può essere ridotto tramite degli accorgimenti da prendere in cucina in fase di lavaggio, manipolazione e cottura.
Lavaggio
Cottura
Manipolazioni
E’ importante ricordare che il potassio è un sale e, in quanto tale, si scioglie in acqua. Per questo come metodo di cottura è preferibile la bollitura alla cottura al vapore, nella pentola a pressione, o nel micro-onde.
Altro elemento importante da controllare, in corso di terapia nutrizionale in pazienti nefropatici è il sodio (sale), proprio per gli effetti che questo può avere sulle complicanze cardiovascolari.
Gli alimenti al naturale contengono poco sodio. Il segreto di una dieta iposodica sta nell’acquistare alimenti freschi o surgelati e cucinarli in casa, in questo modo si può ridurre il sale che si aggiunge e sostituirlo con esaltatori di sapidità come le spezie, erbe aromatiche, il limone e gli aceti.
Per aiutarci nel controllo dell’introito di sodio potrebbe essere utile evitare di mettere a tavola la saliera.
Mangiare spesso fuori casa oppure consumare alimenti pronti rende difficile controllare il sale nella dieta. Alimenti che contengono sale nascosto vanno dal pane, alle pizze, cornetti, biscotti, fino ai salumi e formaggi e agli alimenti pronti, semipronti, surgelati o di gastronomia da cuocere rapidamente o scaldare, sostituire questi prodotti con gli equivalenti aproteici ci consente di migliorare il controllo del sale all’interno della dieta.
Oltre questi accorgimenti esistono in commercio alcuni prodotti che aiutano nella gestione del sale, l’utilizzo di questi prodotti deve avvenire sotto controllo medico per il fato che possono contenere altri nutrienti non indicati in caso di malattia renale cronica. Un esempio di questi sono i sali iposodici.
Usare sale iposodico è una tattica sconsigliata dato che spesso è una scusa per aggiungerne di più. Nell’insufficienza renale cronica può anche essere pericoloso perché il sale iposodico contiene molto potassio.
Per marinare carne e pesce da fare arrosto e alla griglia possono essere usati limone, aceto ed erbe aromatiche. Cipolla, sedano e carota, possono essere usate per aromatizzare l’acqua nelle preparazioni lesse; la noce moscata, il pepe macinato, rosmarino, salvia, aglio, rosmarino, basilico, timo e foglie di alloro possono aromatizzare i cibi mantenendo basso il contenuto di sodio.
Uno dei cardini dei una dieta ipoproteica è il contenuto di fosforo. Le linee guida raccomandano una dose giornaliera non superiore ai 700mg, diventa quindi importante tenere sotto controllo l’introito di fosforo con la dieta. Le raccomandazioni riguardano diversi aspetti come la frequenza con la quale si consumano alimenti ricchi in fosforo che nel caso di paziente con malattia renale cronica non deve essere più di 1-2 volte a settimana, l’utilizzo di prodotti freschi e senza conservanti è preferibile in quanto meno carichi di fosforo. A questo proposito si raccomanda di prestare molta attenzione alle etichette degli alimenti per verificare la presenza di conservanti che per la maggior parte contengono fosfati.
Prestare attenzione alle quantità può fare la differenza, soprattutto non abbondare con i secondi piatti. Inoltre bisognerebbe evitare le bevande gassate con additivi, fonte di fosforo.
Alcuni degli alimenti ricchi di fosforo, da eliminare e/o limitare sono le interiora di animali come il fegato, i crostacei e i piccoli pesci, il cioccolato, la frutta a guscio, i semi di zucca o girasole e i legumi secchi. A questa lista si possono aggiungere anche latte e derivati.
Un problema da non sottovalutare è quello del fosforo nascosto, infatti l’industria alimentare utilizza molti additivi che contengono fosforo. I fosfati sono aggiunti ai cibi per diversi motivi: prevenire grumi negli impasti; migliorare o modificare il sapore e la consistenza del cibo; dare un gusto particolare; mantenere più a lungo gli alimenti riducendo la comparsa di rancidità. È importante imparare a leggere le etichette, perché gli additivi sono riportati tra gli ingredienti. Possono comparire con il nome esteso oppure essere indicati con la sigla “E” seguita da un numero.
Ad esempio:
Acido ortofosforico E 338 (bevande aromatizzate e latte sterilizzato UHT)
Fosfato di sodio E 339 (Formaggi e carni preparate)
Fosfato potassio E 343 (Formaggi, integratori alimentari, bevande per sportivi)
Fosfato calcio E 341 (gelati, dessert, prodotti da forno)
Fosfato ammonio E 342 (Cacao, prodotti con cioccolato, farciture e confetterie)
Fosfato magnesio E 343 (Supplementi dietetici, uovo liquido)
Difosfati E 450 (Zuppe e brodi pronti)
Trifosfati E 451 (pasta di pesce e di crostacei)
Polifosfati E 452 (Confetteria a base di zucchero, molluschi crostacei)
Dicalcio difosfato E 540 (Insaccati cotti, prosciutto e spalla cotti, carni di tacchino)
Così come visto per il potassio, ci sono diversi metodi per ridurre il fosforo negli alimenti, ad esempio tagliare la carne a pezzi e farla bollire in acqua per 10-20 minuti scarica il contenuto di fosforo presente senza perdere proteine.
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